2014-06-22 10:11 a cura di Dott. Bertolotti Luca
Con il termine bruxismo si intende quel disturbo che porta a digrignare i denti, spesso durante la notte
o in situazioni di particolare stress. Il bruxismo è considerata una para funzione, ovvero un movimento non
finalizzato ad uno scopo e viene creato dalla contrazione della muscolatura masticatoria per 5-10 secondi.
Il bruxismo può produrre alterazioni importanti sia ai denti che ai loro tessuti di supporto.
Pur non essendoci una terapia specifica per curare questa patologia, per prevenire i danni si utilizzano dei dispositivi medici su misura chiamati bite. Questi apparecchi devono essere considerati con attenzione.
Se da una parte il bite è un insostituibile strumento a disposizione del dentista per curare una patologia, dall’altro può creare, se non adeguatamente realizzato ed adattato dal dentista, problemi di masticazione anche importanti.
I bite possono essere indicati per diverse patologie quali: i disordini temporo-mandibolari, le parafunzioni (es. digrignamento e/o serramento dei denti), i dolori a livello dei muscoli elevatori della mandibola e del collo, il blocco articolare (locking) e le patologie degenerative artrosiche.
Queste condizioni possono essere presenti singolarmente, oppure variamente sovrapposte ed interconnesse fra loro, richiedendo un approccio multidisciplinare dell’odontoiatra-gnatologo, dell’ortodontista, del fisioterapista, dello psicologo, del protesista. Considerando che un bite può curare una serie di patologie è fondamentale la diagnosi (clinica e strumentale) da parte del dentista. Una diagnosi scorretta o ancora peggio un utilizzo autonomo dei bite potrebbe modificare i sintomi rendendo più complessa la diagnosi: in taluni casi aggravare la patologia in atto o anche provocare l’insorgenza di patologie gengivali.